Intervista a Lucio Pecorari

02/04/2024

Quattro chiacchere con una delle figure di riferimento della Crese Cup da più di un decennio.

Il calcio amatoriale porta con sé quella magia che il suo alter ego professionistico ha deciso di abbandonare tanto tempo fa per rincorrere il business e le luci della ribalta mediatica. Fornendo così una sfumatura dello sport sempre meno popolare. Per questo tornei come la Crese riescono a fare breccia nel cuore di chi ama il buon vecchio pallone, lontano dai fasti e dal talento della Serie A, ma con quel fascino derivante da una competizione sana. Una versione del calcio remota, ma allo stesso tempo quantomai attuale grazie soprattutto ad addetti ai lavori sempre in prima linea per garantirne la sopravvivenza. Tra questi merita una menzione obbligatoria Lucio Pecorari, frequentatore assiduo e dirigente dei nostri tornei da più di 10 anni e con il quale abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchere:

Lucio iniziamo con una domanda sulle tue esperienze nella Crese. Da quanto tempo partecipi a questi campionati/tornei di calcio a 7 e quali sono le tue impressioni finora?

“Mi sono avvicinato al mondo del calcio a sette 26 anni fa e la prima esperienza è stata nell’ormai scomparso "Torneo Venezia Giulia". Poi negli anni ho frequentato principalmente il "Torneo Città di Trieste", un’istituzione storica del calcio triestino, prima di approdare alla Crese Cup per la prima volta nel 2013 a Borgo San Sergio.

Per quanto riguarda la Crese Winter vi partecipo dalla prima edizione. Quindi in tutti questi anni ho assistito all'evolversi del gioco dal punto di vista tecnico tattico,  passando da un ritmo di gioco più lento e una qualità tecnica diffusa ad un ritmo molto più sostenuto in cui spesso la componente agonistica riesce a prevalere su quella tecnica.

Un po’ quello che è successo anche nel calcio a 11 se confrontiamo partite di oggi con quelle di 20/30 anni fa”.

Lucio, dato il tuo coinvolgimento prolungato nel Crese, vorremmo conoscere la tua opinione su come migliorare ulteriormente questa competizione. Quali sono, secondo te, gli aspetti che potrebbero essere potenziati per rendere il torneo ancora più coinvolgente e competitivo?

“Dal punto di vista promozionale della Crese non mi sento di poter dare particolari suggerimenti allo staff organizzativo, staff che in questi anni ha creato un prodotto di successo in costante crescita e sviluppo. L’attenzione al mondo dei social, le partite in diretta streaming, la procedura di tesseramento online, gli eventi di contorno alla manifestazione estiva sono tutti indicatori di una costante voglia di migliorarsi ed espandere i propri orizzonti. Avrei suggerito di passare ad un’unica edizione annuale della Crese Winter al posto delle due attuali ma anche in questo sono stato anticipato dall’intraprendenza dell’organizzazione”.

Inoltre, cosa pensi di Pierluigi Pardo che è stato ospite alla Crese Cup 21? Quest’anno sappiamo che ci sarà un altro ospite famoso.. Cosa pensi della sua partecipazione e quale impatto ritieni che possa avere sulla visibilità e sull'atmosfera del torneo?

“La presenza di un personaggio come Pierluigi Pardo, a quanto mi si dice, è stata sicuramente un’esperienza positiva e di forte impatto mediatico, io sfortunatamente non ero a Trieste quel giorno ma ho raccolto solamente pareri positivi in merito e ritengo che la scelta di un personaggio dalla forte carica empatica abbia contribuito al successo dell’iniziativa. Per il futuro continuerei su questa strada con personaggi competenti e allo stesso tempo capaci di creare atmosfera, un Federico Buffa ad esempio sarebbe un sogno, o magari una Canalis perché anche l’occhio vuole la sua parte”.