CRESE INTERVISTE: ANDREA MAIANI CI SVELA I RETROSCENA DELL'ORGANIZZAZIONE CRESE

25/03/2019

Dai di campi di gioco al ring del Crese Boxe, passando per le attrezzate delle aree fitness (crossfit, calisthenics) arrivando alla tensostruttura 10 metri x 10 funzionale sia per il Crese Camp che per le animazioni serali del Village, sono tantissime le installazioni gestite dai membri del Crese Staff

 

 

Sport e divertimento da sempre sono il biglietto da visita di una manifestazione unica del suo genere quale la Crese Cup. Una manifestazione capace di coinvolgere un numero incredibile di atleti (la media delle ultime edizioni è superiore ai 3000 sportivi). Numeri impressionanti, senza troppi giri di parole, che esigono un’organizzazione scrupolosa sotto ogni punto di vista. Ed è proprio sulla logistica che verte la Crese-Intervista odierna. Dai di campi di gioco (calcio, pallacanestro,  volley e rugby) al ring utile allo svolgimento del Crese Boxe, passando per le attrezzate delle aree fitness (crossfit, calisthenics) arrivando alla tensostruttura 10 metri x 10 funzionale sia per il Crese Camp che per le animazioni serali del Village (proiezione di eventi sportivi su 3 mega schermi), tutto ma proprio tutto viene allestito sotto la sapiente guida di Andrea Maiani, membro storico dello Staff Crese e nello specifico responsabile della logistica e dell’allestimento delle strutture atte allo svolgimento della Crese Cup.

Partiamo subito con una domanda tecnica: quanto tempo è necessario per completare l’allestimento completo del Crese Village?

«Di base il lavoro di allestimento parte due settimane prima l’inizio ufficiale della kermesse, con una prima importante full immersion (in concomitanza con il fine settimana centrale del mese di maggio) che rappresenta il primo snodo decisivo per il consolidamento dell’opera. Le stesse operazioni vengono ultimate nel week end successivo (quello di vigilia per intendersi), mentre le giornate feriali di avvicinamento risultano utili per oliare gli ingranaggi, rifinire i lavori di allestimento e mettere in sicurezza la struttura. Sta di fatto che ultimato l’allestimento alla Crese non ci ferma mai, visto che poi subentrano gli incarichi di manutenzione, pulizia e controllo. Una cosa è certa solo le premiazioni sanciscono il the end operativo della Crese Cup… ».

Dal punto di vista personale quali sono stati le sfide più difficili sotto il profilo logistico?

«Sicuramente il riuscire a trovare un equilibrio vincente nella suddivisione degli spazi in tema di allestimento campi. Ogni anno la Crese ha sempre aggiunto discipline al proprio palinsesto, e per noi dello staff questo ha rappresentato una sfida cruciale, che con ingegno, virtuosismo e un pizzico di buona sorte, siamo riusciti sempre a domare. Tutti alla Crese hanno potuto divertirsi e allo stesso tempo rendere al meglio, in una struttura estremamente funzionale e su misura per ogni sportivo in gara».

In molti hanno sottolineato come la crescita della Crese sia coincisa con la scelta di via Felluga come location della manifestazione.

«Sono d’accordo anch’io con questa analisi. A San Luigi la Crese Cup è letteralmente sbocciata; una crescita costante e continuativa che ci permetterà tra pochi mesi di tagliare il prestigioso traguardo delle 18 edizioni consecutive. Un ringraziamento mi sento di spenderlo nei confronti del “pres” Ezio Peruzzo che 5 anni fa ha scommesso su di noi, intravedendo la bontà del progetto e i possibili margini di crescita».

Facendo un passo indietro, possiamo chiederle come è incominciata la sua avventura targata Crese?

«A dir la verità la prima volta che presi parte alla Crese Cup fu in veste di atleta al Campo Soncini. Successivamente, come Centro Revisioni, ho partecipato nel ruolo di Main Partner  della kermesse. Lo stesso anno, se non erro, incominciai a presenziare sui campi, cercando di fornire al bisogno un piccolo aiuto. L’anno seguente, memore di ciò, Mattia Milazzi decise di propormi l’ingresso nello staff. Anno dopo anno il rapporto si è cementato, tanto da svolgere il lavoro in piena empatia con il “boss”. Mattia è l’uomo delle idee, io invece penso al lato pratico, cercando di rendere realizzabile buona parte dei progetti in essere».

La scommessa vinta che le ha fornito maggior soddisfazione personale.

«Ne cito due. La prima riguarda l’allestimento di una zona “terzo tempo” per gli sportivi; progetto che ha preso forma, per riallacciarmi alla domanda di poco fa, solamente con la Crese sanluigina. La seconda, non meno importante, riguarda l’allestimento di una vera e propria casa per coloro che animano e gestiscono l’info point, centro nevralgico della Crese. Spesso in passato chi stava sotto un gazebo si scontrava con le avverse condizioni meteo. Allestendo un Info Point con 4 mura ed un tetto abbiamo dato la possibilità alle ragazze dell’Info, Barbara ed Eleonora in primis, di poter svolgere il loro importante compito in una zona di comfort. Progettare, costruire tavola dopo tavola di legno e attrezzare il nostro Info Point è stata vera e propria sfida».

Inevitabile la domanda sul segreto del successo che contraddistingue la manifestazione Crese Cup.

«Come forse è stato già detto penso che l’affiatamento dello staff risulti un vero e proprio collante. Mattia, Federico, Francesco, Piero, Luca, Marco, “Papi”, “Jure”, Barbara, Eleonora, Emilio, Walter, Riccardo, Stefano, Elisa, Veronica, Leo, "Bilo", Matteo, Paola, Sergio … tutti si mettono in gioco fornendo il proprio contributo  e spesso anche al di fuori della propria area di competenza. E alcuni di questi, penso ai fratelli Aiello e Delmoro, nonostante le tante ore di servizio riescono a trovare le energie per correre dietro ad un pallone… Incredbile! Solo chi la vive dal di dentro può capire il quantitativo di energie spese per far sì che una manifestazione della durata di un mese come la Crese Cup abbia successo. E dispiace quando questo aspetto passa sotto traccia. Siamo giovani, ambiziosi, affiatati e cerchiamo di dare il massimo, alle volte superando anche i propri limiti, ma il vero segreto è credere in ciò che facciamo».

Passando all’attualità, la sfida più grande dell’edizione numero 18 viene rappresentata dal ritorno del basket. Cosa ci può dire al riguardo?

«L’anno passato abbiamo trovato enormi difficoltà nell’allestimento del crese-campo di pallacanestro, complice il nuovo manto erboso installato presso la struttura di via Felluga. Il campo risultava infatti instabile. Durante l’inverno lo staff ha lavorato per ricercare la miglior soluzione possibile per questo tipo di problematica, andando alla ricerca di un nuovo campo che possa avere in dotazione un fondo maggiormente funzionale e con una tecnologia maggiormente moderna rispetto al precedente . Le ultime recenti prove hanno fornito i segnali positivi sperati, quindi la Crese è pronta a riaccogliere il basket».

In chiusura non possiamo che chiederle un’impressione o un auspicio sulla 18esima edizione della Crese Cup.

«Quando la prima volta ho letto la locandina di quest’anno non sono riuscito a dare subito peso al famigerato numero 18. Poi riflettendoci su, ho capito la portata di questo traguardo. Crese Cup 18, vuol dire che per diciotto anni consecutivi siamo stati in grado di far divertire il nostro pubblico. La soddisfazione più grande sarà quella di poter dire di aver tagliato il traguardo della “maggiore età” con i compagni di squadra di sempre, lo stesso gruppo di amici che ha dato inizio a questa splendida avventura». 

 

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